Soave

DOC riconosciuta con DPR 21/08/1968. Modifica con DM 02/06/1993. DM 22/07/1998. DM 06/09/2002. DM 18/11/2010 – GU 03/12/2010. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 11/01/2013. DM 12/07/2013. DM 07/03/2014.

 

Zona di produzione: comprende interamente o in parte i comuni di Caldiero, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Illasi, Lavagno, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Monteforte d’Alpone, Roncà, San Bonifacio, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo e Soave, in provincia di Verona.

Classico: la zona di origine più antica, già delimitata con Decreto 23/10/1931, comprende parte dei comuni di Monteforte d’Alpone e Soave.
Sottozona Colli Scaligeri: comprende parte dei comuni di Caldiero, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Illasi, Lavagno, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Monteforte d’Alpone, Roncà, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo e Soave.

Vitigni: garganega min. 70%; chardonnay e trebbiano di Soave (nostrano) max. 30%, di cui altri max. 5%.

Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni.

Altra tipologia - Spumante, nelle versioni Extra brut, Brut, Extra dry e Dry, con titolo alcolometrico minimo di 11%.

ViniResaAlcolAffinamento
SOAVE 15 10.5 1
SOAVE CLASSICO 14 11 3
       
SottozonaResaAlcolAffinamento
COLLI SCALIGERI 14 11 3

Nella stessa zona dove si produce il Soave Superiore, la garganega e il trebbiano di Soave sono la base per la produzione di questi vini bianchi da apprezzare in gioventù.

Il Soave è stato uno dei vini bianchi più apprezzati da Gabriele D’Annunzio, che gustandolo in età matura affermò: ‘Il Soave è il vino della giovinezza e dell’amore… lo bevo in omaggio al passato: se non mi ridà i miei vent’anni, me ne ravviva il ricordo!’ 

Il colore del Soave è giallo paglierino, a volte percorso da riflessi verdolini, il profumo è lieve, con sentori vegetali e di fiori di sambuco e biancospino, il gusto è fresco e dotato di struttura moderata, con un finale ammandorlato. 

Nel Soave Classico i profumi sono più intensi e la struttura è più complessa, così come sono più significative le note morbide e pseudocaloriche, perfette con risotto al nero di seppia e petto d’oca alla santoreggia.

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