DOCG riconosciuta con Decreto 24/03/2010 – GU 12/04/2010. Modifica con DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 07/03/2014.
Zona di produzione: comprende interamente o in parte i comuni di Cazzano di Tramigna, Cerro Veronese, Colognola ai Colli, Dolcè, Fumane, Grezzana, Illasi, Lavagno, Marano di Valpolicella, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Negrar, Pescantina, San Martino Buon Albergo, San Mauro di Saline, San Pietro in Cariano, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Tregnago e Verona, in provincia di Verona.
Classico: comprende i comuni di Fumane, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro in Cariano e Sant’Ambrogio di Valpolicella.
Sottozona Valpolicella Valpantena: comprende un’area più ristretta attraversata dal torrente Progno di Valpantena.
Per i vini Amarone della Valpolicella è ammessa la menzione Vigna, seguita dal toponimo.
Resa: max. 12 t/ha.
Vitigni: corvina veronese (corvina o cruina) 45-95%, di cui corvinone max. 50%; rondinella 5-30%; ammessi altri max. 25%, di cui max. 10% per ogni singolo vitigno.
Titolo alcolometrico minimo: 14%.
Affinamento: minimo 26 mesi, 48 per la Riserva.
Epoca migliore per il consumo: mediamente 5-15 anni, ma può essere anche più lunga.
Tipologie - Amarone della Valpolicella, Amarone della Valpolicella Valpantena e Amarone della Valpolicella Classico.
L’Amarone della Valpolicella è un grandissimo vino, forse nato per caso da un Recioto nel quale si concluse la fermentazione, dando un vino secco di grandissima struttura e potenza. L’uvaggio è dei più tradizionali: la corvina arricchisce il colore, il carattere e la morbidezza, la rondinella vivacizza la sapidità e dà struttura, piccole quantità di altri vitigni completano l’opera.
La raccolta selezionata delle uve, l’appassimento sulle arèle – stuoie – in fruttai situati in collina, che offrono le condizioni ottimali per l’evaporazione dell’acqua, come la bassa temperatura, la buona ventilazione e la scarsa umidità, sono fattori fondamentali per l’elaborazione di questo vino. Le uve appassiscono, perdono fino al 30-35% del loro peso originario e concentrano profumi, colori e componenti estrattive che nel bicchiere daranno sensazioni incomparabili. Il tutto arricchito dall’azione rigorosamente controllata della Botrytis cinerea, che ne arricchirà morbidezza, complessità e intensità aromatica.
Poi l’uva è pigiata e sottoposta a fermentazione, in genere in febbraio e, da settembre, inizia il lungo processo di maturazione per anni in botti di rovere e di affinamento in bottiglia.
Il vino si presenta con una veste rosso rubino intenso con riflessi granato o decisamente granato secondo l’evoluzione. Il bouquet è intenso e ampio, libera sentori di viola e altri fiori rossi appassiti, confetture di frutta rossa e ciliegia sotto spirito, nocciola e noce, mandorla e prugna secca e, nel tempo, si arricchisce di accenti di cannella e noce moscata, e quelli del cuoio si intrecciano con quelli di tabacco, tartufo, liquirizia e altri ancora, su uno sfondo etereo. L’assaggio è potente e avvolgente, sapido e con una nota tannica elegante, doti che integrano perfettamente una decisa nota pseudocalorica, creano un mirabile equilibrio e sfumano in un finale che ripropone sensazioni già percepite all’olfatto, con note di mandorla e di marasca. Un grandissimo vino, per il quale non si contano i riconoscimenti ricevuti in tutto il mondo, che si sposa meravigliosamente con brasato all’Amarone, pastissada de caval, capriolo in agrodolce, cervo con confettura di mirtilli rossi oppure con qualche scaglia di formaggio stagionato. Un vino che, forse, offre il meglio di sé in solitudine, come vino da conversazione.