DOC riconosciuta con Legge n. 851 del 28/11/1984. Ha sostituito i precedenti Decreti. Modifica con DM 21/12/1991. DM 28/02/1995. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 12/07/2013. DM 07/03/2014.
Zona di produzione: comprende l’intera provincia di Trapani, con esclusione del comune di Alcamo e delle isole di Pantelleria e Favignana.
Resa: max. 10 t/ha per i vitigni a bacca bianca; 9 per quelli a bacca nera.
Vitigni: per il Marsala Oro o Ambra: grillo e/o catarratto – tutte le varietà e tutti i cloni – e/o ansonica (inzolia) e/o damaschino; per il Marsala Rubino: pignatello (perricone) e/o calabrese (nero d’Avola) e/o nerello mascalese; possono concorrere, fino al 30%, le uve a bacca bianca precedentemente menzionate.
Epoca migliore per il consumo: Fine e Superiore mediamente 1-3 anni, Vergine 5-20.
Altre indicazioni ammesse
Vecchio – Marsala che abbia come minimo le caratteristiche per la qualifica Superiore.
IP – Italia Particolare: Marsala Fine.
SOM – Superior Old Marsala: Marsala Superiore.
GD – Garibaldi Dolce: Marsala Superiore.
LP – London Particolar o Inghilterra: Marsala Superiore.
| Vini | Alcol | Affinamento |
|---|---|---|
| FINE | 17.5 | 12 |
| SUPERIORE | 18 | 24 |
| SUPERIORE RISERVA | 18 | 48 |
| VERGINE o SOLERAS | 18 | 60 |
| VERGINE o SOLERAS STRAVECCHIO o RISERVA | 18 | 120 |
| Vini | Colore |
|---|---|
| ORO | dorato più o meno intenso |
| AMBRA | ambrato più o meno intenso |
| RUBINO | rubino con riflessi granato o aranciati |
| Vini | Zuccheri riduttori |
| SECCO | < 40 g/l |
| SEMISECCO | 40-100 g/l |
| DOLCE | > 100 g/l |
Già molto importante ai tempi dell’Antica Grecia anche come porto ed emporio vinicolo, Marsala era famosa per un vino ‘forte’ e se ne parlava anche all’epoca dei Romani, presso i quali erano molto usate la concia e l’aggiunta di mosto cotto.
Naturalmente, quello che conosciamo oggi non è ‘quel’ vino, e si può affermare che il Marsala nasce nel XVIII secolo, grazie a un commerciante di Liverpool, John Woodhouse. Avendo notato l’affinità del Marsala con il Porto, decise di imbarcarne 50 barili sulla sua nave Elizabeth, e per evitare che subisse danni durante il viaggio, aggiunse dell’acquavite. Quel vino siciliano fu consacrato come grande prodotto, tanto che molti altri commercianti seguirono le orme di Woodhouse, come Ingham, Stephens e Whitaker, che iniziarono a produrre vino di Marsala.
A questi, nel 1832 si affiancò un giovane imprenditore siciliano, Vincenzo Florio, che contribuì a rendere il Marsala famoso in tutto il mondo.
Purtroppo, a tutto questo fece seguito un lento ma continuo declino e per moltissimo tempo il prodotto fu identificato con un vino che nulla aveva a che fare con un Marsala di qualità.
A partire dagli anni ‘80 si è assistito a una sua rinascita, grazie a quei produttori che hanno sempre creduto in questo vino. E leggi e regolamenti gli hanno restituito dignità.
I vitigni base, diversi secondo le tipologie, sono coltivati ad alberello libero o a spalliera, e i migliori cru, sulla costa, sono Birgi, Triglia e Spagnola.
Il terreno è caratterizzato da suoli calcareo-argillosi e siliceo-calcarei, il clima è arido e torrido, temperato dall’influsso del mare ma sferzato dai venti caldi provenienti dall’Africa.
Il Marsala si propone in numerose versioni e quindi le caratteristiche organolettiche sono molto diverse. Ma i colori, i profumi e i sapori sono assolati come il clima di questa terra.
I colori percorrono tutte le sfumature della tavolozza dal giallo dorato all’ambrato, mentre per la tipologia Rubino si possono ammirare tutte le nuance di questa pietra preziosa, con riflessi granato o aranciati secondo l’affinamento.
I profumi spaziano in un ampio ventaglio di sensazioni odorose, tra note eteree e di frutta candita, fiori di ginestra e zagara, frutta secca e soprattutto mandorla, con accenti di cacao e altri sentori tostati.
L’assaggio è strutturato, con spiccate note alcoliche e grande persistenza, con sensazioni secche o dolci secondo il residuo zuccherino.
Perfetto vino da conversazione, è ottimo con dolci tipici come cannoli, cassata siciliana e fichi al cioccolato, ma può anche essere abbinato con formaggi erborinati, anche con qualche goccia di miele.