DOC riconosciuta con DPR 06/07/1974 – GU 23/10/1974. Modifica con DPR 18/11/1987 – GU 30/03/1988. DM 25/03/2010 – GU 14/04/2010. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 12/07/2013. DM 07/03/2014.
Zona di produzione: comprende i comuni di Alba, Albaretto della Torre, Arguello, Barolo, Benevello, Borgomale, Bosia, Camo, Castiglione Falletto, Castiglione Tinella, Castino, Cossano Belbo, Grinzane Cavour, Lequio Berria, Mango, Monforte d’Alba, Montelupo Albese, Neviglie, Rocchetta Belbo, Rodello, Santo Stefano Belbo, Serralunga d’Alba, Sinio, Treiso e Trezzo Tinella e in parte Barbaresco, Cherasco, Cortemilia, La Morra, Narzole, Neive, Novello, Roddi, Roddino, Torre Bormida e Verduno, in provincia di Cuneo, e Coazzolo in quella di Asti.
Per i vini Dolcetto d’Alba è ammessa la menzione Vigna, seguita dal toponimo.
Resa: max. 9 t/ha; 8 con menzione Vigna.
Vitigno: dolcetto.
Titolo alcolometrico minimo: 11.5%; 12% con menzione Vigna.
Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-3 anni.
Altra tipologia – Superiore, anche con menzione Vigna, con titolo alcolometrico minimo di 12.5% e affinamento almeno di 12 mesi.
Il Dolcetto d’Alba è certamente il più diffuso e conosciuto dei vini ottenuti da questo vitigno, anche perché in questi appezzamenti si trovano i migliori terreni.
Rosso rubino intenso con riflessi violacei, il vino libera accenti vinosi, con note di ciliegia e di prugna. L’assaggio propone discreta freschezza e tannini un po’ rustici, attenuati da una buona morbidezza complessiva, doti che si abbinano bene con salumi, peperoni alla piemontese, minestrone di ceci e costine di maiale, agnolotti alla piemontese e carne cruda all’albese, carni rosse alla griglia, vitello arrosto e i subrics, le crocchette di Cuneo.