DOC riconosciuta con DPR 27/05/1970 – GU 09/09/1970. Modifica con DM 25/03/2010 – GU 13/04/2010. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 12/07/2013. DM 07/03/2014.
Zona di produzione: comprende i comuni di Canale, Castellinaldo, Corneliano d’Alba, Govone, Monticello d’Alba, Piobesi d’Alba, Priocca, Santa Vittoria d’Alba, Sinio, Vezza d’Alba e in parte quelli di Alba, Baldissero d’Alba, Bra, Castagnito, Diano d’Alba, Grinzane Cavour, Guarene, La Morra, Magliano Alfieri, Monchiero, Monforte d’Alba, Montà, Montaldo Roero, Montelupo Albese, Monteu Roero, Novello, Pocapaglia, Roddi, Roddino, Santo Stefano Roero, Sommariva Perno e Verduno, in provincia di Cuneo.
Per i vini Nebbiolo d’Alba è ammessa la menzione Vigna, seguita dal toponimo.
Vitigno: nebbiolo.
Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni.
Altra tipologia - Spumante, prodotto sia con il metodo Martinotti sia con il metodo Classico.
| Vini | Altre tipologie | Resa | Alcol | Affinamento |
|---|---|---|---|---|
| NEBBIOLO D’ALBA |
MENZIONE VIGNA |
9 8.1 |
12 12.5 |
12 12 |
| NEBBIOLO D’ALBA SUPERIORE |
MENZIONE VIGNA |
9 8.1 |
12.5 13 |
18 18 |
| NEBBIOLO D’ALBA SPUMANTE |
MENZIONE VIGNA |
11 11 |
11.5 12 |
6 6 |
| NEBBIOLO D’ALBA SPUMANTE ROSÉ |
MENZIONE VIGNA |
11 11 |
11.5 12 |
6 6 |
Con Barolo e Barbaresco, il Nebbiolo d’Alba completa l’importante ‘trilogia del nebbiolo’, vitigno che peraltro si ritrova in molte altre produzioni piemontesi.
Il Nebbiolo d’Alba è meno ricco di personalità del Barolo e del Barbaresco, nonostante negli ultimi tempi abbia assunto caratteristiche che garantiscono una maggiore longevità. E pensare che il Nebbiolo d’Alba, verso la fine dell’800, alimentava con successo il filone degli spumanti rossi, dolci o amabili.
A causa dell’eterogeneità dei terreni, si possono notare differenze tra il Nebbiolo d’Alba prodotto dalle vigne alla destra del Tanaro, le Langhe, e quello del Roero: il primo è più strutturato e longevo, il secondo più delicato e da bere più giovane.
Questo vino presenta in origine un colore rosso rubino più o meno intenso con rari riflessi granato, che diventano più decisi con l’affinamento. I profumi ricordano i lamponi e i mirtilli, le fragoline selvatiche e il sottobosco e, su tutti, le violette. Caldo e abbastanza morbido, con note di freschezza e tannicità non sempre adeguatamente ammorbidite da un affinamento che in genere si protrae per pochi anni, è un vino da provare con stracotto di manzo, faraona al forno, tome di Murazzano e formaggi mediamente stagionati.