DOC riconosciuta con DPR 09/01/1970 – GU 21/03/1970. Modifica con DPR 11/10/1978 – GU 14/06/1979. DPR 17/01/1991 – GU 13/05/1991. DM 26/07/2001 – GU 26/08/2001. DM 27/06/2008 – GU 07/07/2008. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 12/07/2013. DM 07/03/2014.
Zona di produzione: comprende il territorio di 214 comuni, dei quali 98 perfettamente suddivisi tra l’Alto e il Basso Monferrato, in provincia di Alessandria, e 116 in quella di Asti, praticamente tutti i comuni escluso quelli di Cellarengo e Villanova d’Asti.
Per i vini Barbera del Monferrato è ammessa la menzione Vigna, seguita dal toponimo.
Resa: max. 10 t/ha; 9 con menzione Vigna.
Vitigni: barbera min. 85%; ammessi freisa e/o grignolino e/o dolcetto max. 15%.
Titolo alcolometrico minimo: 11.5%; 12% con menzione Vigna.
Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni.
Altra tipologia – Frizzante, Secco o leggermente Abboccato, senza la menzione Vigna.
In questi ultimi anni si è parlato di una ‘rinascita’ della barbera, vitigno al quale le cure in vigneto e in cantina e le ottime selezioni hanno ridato splendore.
Le sue origini sono da ritrovare nella zona di produzione della Barbera del Monferrato, dove il terreno e il clima permettono di ottenere vini più delicati e meno strutturati della Barbera d’Asti.
Il colore della Barbera del Monferrato è rosso rubino non molto intenso, gli accenti di rosa, ciliegia e prugna sono piuttosto spiccati, la struttura non è di particolare carattere ma elegante, l’acidità è decisa e, a volte, resa più incisiva dalla sottile vivacità dell’anidride carbonica. Le caratteristiche di questo vino lo rendono ideale in abbinamento con antipasti misti alla piemontese, agnolotti, bolliti, carni allo spiedo e formaggi mediamente stagionati.