Barolo

DOCG riconosciuta con DPR 01/07/1980 – GU 22/01/1981. Modifica con DM 30/09/2010 – GU 14/10/2010. DM 26/11/2010 – GU 16/12/2010. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 07/03/2014.

 

Zona di produzione: comprende i comuni di Barolo, Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba, e in parte quelli di Cherasco, Diano d’Alba, Grinzane Cavour, La Morra, Monforte d’Alba, Novello, Roddi e Verduno, in provincia di Cuneo.

Menzioni geografiche aggiuntive: Albarella, Altenasso o Garblet Suè o Garbelletto Superiore, Annunziata, Arborina, Arione, Ascheri, Bablino, Badarina, Baudana, Bergeisa, Bergera-Pezzole, Berri, Bettolotti, Boiolo, Borzone, Boscareto, Boscatto, Boschetti, Brandini, Brea, Breri, Bricco Ambrogio, Bricco Boschis, Bricco Chiesa, Bricco Cogni, Bricco delle Viole, Bricco Luciani, Bricco Manescotto, Bricco Manzoni, Bricco Rocca, Bricco Rocche, Bricco San Biagio, Bricco San Giovanni, Bricco San Pietro, Bricco Voghera, Briccolina, Broglio, Brunate, Brunella, Bussia, Campasso, Cannubi, Cannubi Boschis, Cannubi Muscatel, Cannubi San Lorenzo, Cannubi Valletta, Canova, Capalot, Cappallotto, Carpegna, Case Nere, Castagni, Castellero, Castelletto, Castello, Cerequio, Cerrati, Cerretta, Cerviano-Merli, Ciocchini, Ciocchini-Loschetto, Codana, Collaretto, Colombaro, Conca, Corini-Pallaretta, Costabella, Coste di Rose, Coste di Vergne, Crosia, Damiano, del comune di Barolo, del comune di Castiglione Falletto, del comune di Cherasco, del comune di Diano d’Alba, del comune di Grinzane Cavour, del comune di La Morra, del comune di Monforte d’Alba, del comune di Novello, del comune di Roddi, del comune di Serralunga d’Alba, del comune di Verduno, Drucà, Falletto, Fiasco, Fontanafredda, Fossati, Francia, Gabutti, Galina, Gallaretto Garretti, Gattera, Giachini, Gianetto, Ginestra, Gramolere, Gustava, La Corte, La Serra, La Vigna, La Volta, Lazzarito, Le Coste, Le Coste di Monforte, Le Turne, Lirano, Liste, Manocino, Mantoetto, Marenca, Margheria, Mariondino o Monriondino o Bricco Moriondino, Massara, Meriame, Monprivato, Monrobiolo di Bussia, Montanello, Monvigliero, Mosconi, Neirane, Ornato, Paiagallo, Panerole, Parafada, Parussi, Pernanno, Perno, Piantà, Pira, Pisapola, Prabon, Prapò, Preda, Pugnane, Ravera, Ravera di Monforte, Raviole, Riva Rocca, Rivassi, Rive, Rivette, Rocche dell’Annunziata, Rocche dell’Olmo, Rocche di Castiglione, Rocchettevino, Rodasca, Roere di Santa Maria, Roggeri, Roncaglie, Ruè, San Bernardo, San Giacomo, San Giovanni, San Lorenzo, San Lorenzo di Verduno, San Pietro, San Ponzio, San Rocco, Santa Maria, Sant’Anna, Sarmassa, Scarrone, Serra, Serra dei Turchi, Serradenari, Silio, Solanotto, Sorano, Sottocastello di Novello, Teodoro, Terlo, Torriglione, Valentino, Vignane, Vignarionda, Vignolo, Villero, Zoccolaio, Zonchetta e Zuncai. 

La menzione Vigna, seguita dal toponimo, è ammessa soltanto per le suddette Menzioni geografiche aggiuntive. 

Resa: max. 8 t/ha; 7.2 con Menzione geografica aggiuntiva e Vigna.

Vitigno: nebbiolo.

Titolo alcolometrico minimo: 13%. 

Affinamento: minimo 38 mesi, di cui almeno 18 in botti di legno.

Epoca migliore per il consumo: mediamente 10-20 anni, ma può essere anche più lunga.

Altre tipologie 
Riserva, con affinamento minimo di 62 mesi, di cui almeno 18 in botti di legno. 
Barolo Chinato, preparato utilizzando come vino-base il Barolo e con un’aromatizzazione tale da consentire, secondo le normative vigenti, il riferimento alla china.

Barolo. Un nome che incute rispetto e che suscita immagini di crepuscoli autunnali in colline sulle quali, in piccoli fazzoletti ben esposti e nei terreni migliori, il nebbiolo ha trovato la sua culla ideale. E un vino che rappresenta al meglio il nostro patrimonio enologico nel mondo, vero vanto per tutti coloro che, da generazioni, sono impegnati in una produzione che sa raggiungere livelli di eccellenza assoluta. 

Il Barolo non è un vino facile da ottenere e, per esempio, la scelta dei cloni di nebbiolo da impiantare nel vigneto fa preferire quelli ad acino piccolo, che possono garantire migliori pigmentazione e carica polifenolica.

Passeggiare tra questi vigneti, tra bricchi e sorì con la migliore esposizione a sud-ovest, crinali sui quali le viti disegnano perfette geometrie, significa riscoprire antiche emozioni. Anche se attualmente molti produttori adottano nuovi principi di produzione e di affinamento e, in alcuni casi, anche una diversa filosofia nella concezione di questo vino. 
Chi punta sulla ‘tradizione’ preferisce un vino più robusto e tannico, da far riposare a lungo in grandi botti, lasciando che il lento scorrere del tempo perfezioni tutte le sue caratteristiche, mentre chi punta più sull’innovazione’ utilizza le piccole botti, e intende produrre un vino un po’ più morbido e gentile, apprezzabile entro tempi più brevi. Anche se queste due tendenze sono sempre più sfumate.

Il colore del Barolo è un bellissimo rosso granato intenso ed elegantemente trasparente, con riflessi aranciati sempre più accentuati man mano che si allunga il periodo di affinamento. Il bouquet è ampio e avvolgente, con note di rose e viole appassite, confetture di lamponi e noce moscata, che nel tempo si arricchiscono di sentori di funghi secchi, pepe nero, tartufo, liquirizia, tabacco, cuoio, affumicato e, a volte, goudron, mentre in quelli di concezione più moderna spiccano sentori balsamici e di cioccolato. 
Morbidezza, sapidità e tannicità, rendono questo vino robusto e austero, con note di freschezza ancora percettibili dopo molti anni di affinamento, che contribuiscono a garantire una grande longevità. E infine si raggiunge una mirabile armonia. 

Conosciuto come ‘il re dei vini, il vino dei re’, è splendido in abbinamento con il filetto al pepe, la bagna cauda di acciughe alla finanziera, arrosti tartufati, lepre in civet, castelmagno, parmigiano reggiano stagionato 36 mesi e il più classico dei brasati al Barolo.

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