DOC riconosciuta con DPR 29/05/1973 – GU 23/08/1973. Modifica con DM 14/10/1989 – GU 31/10/1989. DM 06/09/1999 – GU 17/09/1999. DM 07/03/2000 – GU 31/03/2000. DM 12/10/2007 – GU 22/10/2007. DM 22/04/2008 – GU 20/05/2008. DM 20/10/2009 – GU 29/10/2009. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 07/03/2014.
Zona di produzione: comprende i comuni di Monterosso al Mare, Riomaggiore, Vernazza e parte del territorio del comune di La Spezia, denominato Tramonti di Biassa e Tramonti di Campiglia, in provincia di La Spezia.
Sottozone Costa de Sera, Costa de Campu e Costa da Posa: sono comprese nel comune di Riomaggiore.
Resa: max. 9 t/ha; 8.5 per le sottozone Costa de Sera, Costa de Campu e Costa da Posa.
Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Sciacchetrà 4-6.
| Vini e vitigni | Alcol | Affinamento |
|---|---|---|
| CINQUE TERRE bosco min. 40%; albarola e/o vermentino max. 40% |
11 | |
| CINQUE TERRE SCIACCHETRÀ stessi del Cinque Terre |
13.5+3.5 | 12 |
| CINQUE TERRE SCIACCHETRÀ RISERVA stessi del Cinque Terre |
13.5+3.5 | 36 |
| Sottozone | Alcol | Affinamento |
| CINQUE TERRE COSTA DE SERA stessi del Cinque Terre |
11.5 | |
| CINQUE TERRE COSTA DE CAMPU stessi del Cinque Terre |
11.5 | |
| CINQUE TERRE COSTA DA POSA stessi del Cinque Terre |
11.5 |
Nella provincia di La Spezia si produce più del 50% dei vini liguri e il più famoso è il Cinque Terre, uno dei pochi, in questa regione, ottenuto da uvaggio, mentre la tendenza generale è orientata verso vinificazioni da monovitigno.
Il bosco è il vitigno predominante, dotato di buona vigoria e in grado di dare soprattutto struttura, il vermentino regala i profumi, e l’albarola, varietà affine alla bianchetta genovese, apporta acidità e freschezza.
Piccoli paesi su una costa che scende a picco sul mare sono contornati da terrazze di terra mista a sassi, in un territorio dove nasce un vino veramente raro, lo Sciacchetrà, prodotto solo nelle annate particolari, quando il calore del sole fa arrossire le bucce degli acini di bosco, albarola e vermentino.
Le uve sono di solito vendemmiate a mano, con ceste, verso la terza decade di settembre, fatte appassire al coperto, su graticci al riparo dell’azione diretta del sole, e sono quindi sottoposte alla fermentazione in caratelli, piccole botti di castagno. Successivamente il vino è fatto riposare a lungo, in modo che possa perfezionare quelle doti meravigliose che la natura aveva già messo a disposizione.
Quando il tempo ha concluso il suo lavoro, in botte e in bottiglia, il vino appare di un colore giallo dorato che tende all’ambrato, con intensi profumi speziati e di frutta secca come la mandorla ed essiccata come l’albicocca. Amabile o dolce, caldo e vellutato, strutturato e decisamente sapido, questo vino chiude con una buona persistenza aromatica, che lo rende molto gradevole con il classico pandolce genovese, altri dolci secchi tradizionali e anche con formaggi stagionati.
Gli altri vini delle Cinque Terre sono in genere di colore giallo paglierino con riflessi verdolini e dotati di profumi delicati. Freschi e abbastanza sapidi, non molto ricchi né in struttura né in alcol etilico, sono perfetti con insalate di funghi, pollo al limone, vitello all’uccelletto e, ovviamente, per un pasto a base di pesce, purché preparato in modo semplice, tale da far risaltare i profumi del mare.