Riviera Ligure di Ponente

DOC riconosciuta con DPR 31/03/1988 – GU 31/01/1989. Modifica con DM 16/09/2003 – GU 25/09/2003. DM 25/10/2011 – GU 08/11/2011. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 07/03/2014.

 

Zona di produzione: comprende tutti i comuni della provincia di Imperia, esclusa parte di quelli di Cosio d’Arroscia, Mendatica, Pornassio e Triora – con delimitazione a nord del crinale alpino –, interamente 44 comuni e parte di quelli di Calice Ligure e Castelvecchio di Rocca Barbena – con delimitazione a nord del crinale alpino – in quella di Savona e, interamente, i comuni di Arenzano e Cogoleto in quella di Genova. 

Sottozone
Riviera dei Fiori: ammessa per i vini prodotti in provincia di Imperia.
Albenganese: ammessa per i vini prodotti nei comuni di Alassio, Albenga, Andora, Arnasco, Casanova Lerrone, Castelbianco, Ceriale, Cisano sul Neva, Erli, Garlenda, Laigueglia, Nasino, Onzo, Ortovero, Stellanello, Testico, Vendone, Villanova d’Albenga, Zuccarello e parte di quello di Castelvecchio di Rocca Barbena – con delimitazione a nord del crinale alpino –, in provincia di Savona.
Finalese: ammessa per i vini prodotti nei comuni di Balestrino, Boissano, Borghetto Santo Spirito, Borgio Verezzi, Finale Ligure, Giustenice, Loano, Magliolo, Noli, Orco Feglino, Pietra Ligure, Rialto, Spotorno, Toirano, Tovo San Giacomo, Vezzi Portio e parte di quello di Calice Ligure – con delimitazione a nord del crinale alpino –, in provincia di Savona.
Quiliano: ammessa per i vini prodotti nei comuni di Quiliano, Savona e Vado Ligure, in provincia di Savona.
Taggia: ammessa per i vini prodotti nei comuni di Badalucco, Carpasio, Castellaro, Ceriana, Molini di Triora, Montaldo Ligure, Ospedaletti, Pompeiana, Riva Ligure, Sanremo, Santo Stefano al Mare, Taggia, Terzorio e Triora – con delimitazione a nord del crinale alpino –, in provincia di Imperia.

La DOC Rossese di Dolceacqua o Dolceacqua può inserirsi in questa DOC con la denominazione Riviera Ligure di Ponente Rossese.

Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossese 1-3, Granaccia 2-5. 

Vini e vitigniResaAlcolAffinamento
MOSCATO
moscato 100%
10 10.5  
MOSCATO FRIZZANTE
moscato 100%
10 5+5.5  
MOSCATO PASSITO
moscato 100%
9 12.5+4 12
MOSCATO VENDEMMIA TARDIVA
moscato 100%
9 11.5+3 12
PIGATO
pigato min. 95%
11 11  
PIGATO SUPERIORE
pigato min. 95%
9 13 12
PIGATO PASSITO
pigato min. 95%
9 12.5+4 12
VERMENTINO
vermentino min. 95%
11 11  
VERMENTINO SUPERIORE
vermentino min. 95%
9 13 12
VERMENTINO PASSITO
vermentino min. 95%
9 12.5+4 12
GRANACCIA
granaccia min. 90%
9 11  
GRANACCIA SUPERIORE
granaccia min. 90%
8 13 12
GRANACCIA PASSITO
granaccia min. 90%
8 12.5+4 12
ROSSESE
rossese min. 90%
9 11  
ROSSESE PASSITO
rossese min. 90%
8 12.5+4 12
       
Sottozone RIVIERA DEI FIORI, ALBENGANESE E FINALESEResa AlcolAffinamento
PIGATO
pigato min. 95%
10 11.5  
VERMENTINO
vermentino min. 95%
10 11.5  
ROSSESE
rossese min. 90%
8 11.5  
       
Sottozona QUILIANOResaAlcolAffinamento
GRANACCIA
granaccia min. 90%
8 12.5  
       
Sottozona TAGGIA ResaAlcolAffinamento
MOSCATELLO
moscato 100%
10 11  
MOSCATELLO FRIZZANTE
moscato 100%
10 5+5.5  
MOSCATELLO VENDEMMIA TARDIVA
moscato 100%
9 11.5+3 12
MOSCATELLO PASSITO
moscato 100%
9 12.5+4 12

In questa zona, che raggiunge i confini con la Francia, alcune vallate presentano ristagni di acque sulfuree che, in alcuni casi, possono trasmettere particolari sensazioni olfattive soprattutto ai vini bianchi. 

Pigato e vermentino sono i due vitigni a bacca bianca che delineano il contesto enologico di questa porzione di territorio regionale e offrono profumati vini bianchi da abbinare ai deliziosi prodotti del mare. La zona di produzione più estesa è occupata dal vermentino, vitigno giunto in Liguria attraverso la Corsica intorno al 1300, che qui si esprime con importanti note alcoliche, pur mantenendo buona freschezza e sapidità.

Ma è il pigato il vero protagonista dell’originalità dei vini bianchi di questa parte della Riviera Ligure, considerando che è diffuso quasi esclusivamente nelle province di Imperia e Savona, raramente presente in quelle di Genova e La Spezia, pressoché sconosciuto nel resto d’Italia. Per questo è ormai considerato un vitigno autoctono, con una questione ancora aperta sulla consanguineità con il vermentino.
Il Pigato è un vino di colore giallo paglierino tenue, con intensi aromi floreali, fruttati e una delicata aromaticità. Le sensazioni gustative sono ben equilibrate tra freschezza e morbidezza, sempre gentili seppure ben strutturate, ed è buona la persistenza aromatica, con un piacevole finale di mandorla. A volte, queste caratteristiche donano al vino buone potenzialità di miglioramento nell’arco di due o tre anni, e lo rendono perfetto con molti primi piatti, su tutti i pansoti con la salsa di noci o quelli conditi con il classico e profumatissimo pesto alla genovese. 

Il Vermentino può avere colori un po’ più intensi del Pigato, ma profumi meno decisi e più discreti, soprattutto di frutta. Abbastanza morbido e con una moderata componente alcolica, è adatto ad accompagnare – come il Pigato – fiori di zucca ripieni, frittata di gianchetti, carciofi in tegame, melanzane alla genovese e tutti i piatti a base di pesci, crostacei e molluschi, preparati in modo semplice e senza salse elaborate.

Per concludere il discorso dei vini bianchi di questa denominazione, si può fare un cenno alle tre sottozone geografiche. 
Il Finalese va da Noli a Borghetto Santo Spirito, l’Albenganese da Albenga ad Andora e la Riviera dei Fiori da Cervo a Ventimiglia, con le inevitabili sfumature che uno stesso vitigno può esprimere in terreni e microclimi anche solo leggermente diversi. 
Il Pigato raggiunge nell’Albenganese la sua massima espressione qualitativa, mentre il Vermentino si identifica maggiormente nelle altre due sottozone.

In questa denominazione è altrettanto significativa la presenza del rossese, ottenuto da un clone identificato come rossese di Campochiesa, per distinguerlo dal rossese di Ventimiglia, più diffuso nell’area del Dolceacqua. 
Il Riviera Ligure di Ponente Rossese è dotato di un colore rubino piuttosto chiaro, quasi cerasuolo intenso, con aromi tenui e sottili, fruttati e floreali; il gusto delicatamente tannico, di media struttura e con nota alcolica poco accentuata, si abbina bene con vitello all’uccelletto, agnello in fricassea con i carciofi e coniglio al salto.

La nuova stesura del disciplinare della Riviera Ligure di Ponente ha inteso valorizzare, attraverso le specifiche sottozone di Quiliano e di Taggia, due apprezzate varietà come granaccia e moscato, presenti rispettivamente in queste aree da tempo immemorabile, salvandole probabilmente dal rischio di estinzione.

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