DOC riconosciuta con DM 24/05/1968 - GU 15/07/1968. Modifica con DM 25/03/1998 – GU 16/04/1998. DM 31/07/2007 – GU 07/08/2007. DM 16/04/2010 – GU 24/04/2010. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 07/03/2014.
Zona di produzione: comprende il territorio collinare, ai confini con la Slovenia, in provincia di Gorizia.
Resa: max. 11 t/ha; 4 per il Picolit.
Vitigni e vini: tutti i vini con nome del vitigno prevedono l’utilizzo per almeno l’85% dello stesso. Per il Cabernet sono previsti cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenère. Il Bianco e il Rosso sono ottenuti da uno o più vitigni del corrispondente colore (müller thurgau e traminer aromatico max. 15%). È ammessa la colmatura, max. 5%, con altri vini dello stesso colore, con diritto alla stessa denominazione.
Titolo alcolometrico minimo: 11.5%; 11% per la Ribolla o Ribolla gialla e 14% per il Picolit.
Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-2 anni, Rossi 2-3.
Altre tipologie
I vini della DOC Collio Goriziano sono Bianco (definizione facoltativa), Chardonnay, Friulano, Malvasia, Müller thurgau, Picolit (Amabile e Dolce), Pinot bianco, Pinot grigio, Ribolla o Ribolla gialla, Riesling, Riesling italico, Sauvignon, Traminer aromatico, Rosso, Cabernet, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Merlot e Pinot nero.
Riserva: tutti i vini, con titolo alcolometrico minimo di 12% – Picolit 14% – e affinamento almeno di 20 mesi per i Bianchi e 30 per i Rossi.
Coltivato da generazioni, il vigneto del Collio si estende su colline adagiate lungo i rilievi settentrionali della provincia di Gorizia e confinanti con la Slovenia. Dal punto di vista pedoclimatico, questa zona gode di condizioni ottimali, rare da ritrovarsi così concentrate in un territorio molto piccolo. Non a caso, durante il periodo asburgico, Gorizia era definita ‘la Nizza dell’Adriatico’. I terreni sono costituiti da marne e arenarie stratificate di origine eocenica, portate in superficie in epoca più recente dai movimenti tettonici, per il sollevamento dei fondali dell’attuale Mare Adriatico. Il disgregamento di queste formazioni rocciose crea un terriccio che in poco tempo si trasforma in un substrato ideale – qui denominato ponca – ricco di carbonato di calcio, che influisce sulle caratteristiche aromatiche dell’uva e sulla sapidità del vino.
Questa importante identità territoriale ha permesso di coltivare con grande successo un’ampia varietà di vitigni, autoctoni e internazionali. Da tempo l’area del Collio è considerata una tra le più importanti del mondo per la produzione di vini bianchi che, se sottoposti ad adeguata evoluzione, sono destinati a esprimere le proprie doti migliori anche oltre i 10 anni.
I vitigni a bacca bianca come la ribolla gialla e il sauvignon prediligono esposizioni in collina, intorno ai 200 metri, mentre il pinot grigio, vitigno precoce e versatile, dà ottimi risultati anche a 100 metri, purché l’esposizione sia adeguata per garantire le consuete note di finezza. Ed è proprio il Pinot grigio il vino più venduto del Collio, seguito da Friulano e Ribolla gialla, nonostante anche in questo territorio stia aumentando la richiesta di vini rossi. Il merlot, per esempio, trova in questa zona i terreni ideali per esprimersi con eleganza.
Ribolla gialla, malvasia istriana e friulano sono utilizzati anche nella elaborazione dei cosiddetti vini macerati – orange wine –, prodotti di nicchia che in quest’area rappresentano la massima espressione nazionale. Le macerazioni avvengono in tini di legno o in anfore, possono durare anche alcuni mesi e l’evoluzione può protrarsi per diversi anni.
Questi vini si presentano con un colore dorato che a volte tende all’ambrato o al ramato, liberano profumi variegati con sfumature di frutta candita e secca, cera d’api e spezie dolci, su uno sfondo minerale e affumicato. Potenti e con un delicato ricordo tannico dovuto alle lunghe macerazioni, sono vini da lunga evoluzione e non sempre di immediato apprezzamento.