Friuli Colli Orientali

DOC riconosciuta con DPR 20/07/1970 – GU 30/09/1970. Modifica con DM 30/03/2006 – GU 08/04/2006. DM 03/06/2008 – GU 13/06/2008. DM 14/10/2011 – GU 24/10/2011. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 07/03/2014.

 

Zona di produzione: comprende una fascia di territorio collinare che dai confini con la provincia di Gorizia arriva a Tarcento, in quella di Udine.

Sottozona Cialla: comprende un’area ubicata a nord del comune di Prepotto, in provincia di Udine.
Sottozona Ribolla gialla di Rosazzo: comprende parte dei comuni di Corno di Rosazzo, Manzano e San Giovanni al Natisone, in provincia di Udine.
Sottozona Pignolo di Rosazzo: comprende parte dei comuni di Corno di Rosazzo, Manzano e San Giovanni al Natisone, in provincia di Udine.
Sottozona Schioppettino di Prepotto: comprende parte del comune di Prepotto, con l’esclusione dei territori compresi nella sottozona Cialla e dei terreni eccessivamente umidi o non sufficientemente soleggiati, in provincia di Udine.
Sottozona Refosco di Faedis: comprende i comuni di Attimis, Faedis, Nimis, Povoletto, Tarcento e Torreano, escluso i terreni eccessivamente umidi o non sufficientemente soleggiati.

Resa: max. 11 t/ha.

Vitigni e vini: tutti i vini con nome del vitigno – Chardonnay, Friulano, Malvasia (malvasia istriana), Pinot bianco, Pinot grigio, Ribolla gialla, Riesling (riesling renano), Sauvignon, Traminer aromatico, Verduzzo friulano, Cabernet (cabernet franc e/o cabernet sauvignon e/o carmenère), Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Merlot, Pignolo, Pinot nero, Refosco dal peduncolo rosso, Schioppettino, Tazzelenghe – prevedono l’utilizzo per almeno l’85% dello stesso; il Bianco è ottenuto da uve, mosti o vini provenienti da vitigni composti da una o più varietà a bacca bianca che concorrono alla produzione dei vini DOC, compreso il picolit ed escluso il traminer aromatico; il Dolce è ottenuto da uve, mosti o vini provenienti da vitigni composti da una o più varietà a bacca bianca che concorrono alla produzione dei vini DOC, compreso il picolit; il Rosso è ottenuto da uve, mosti o vini provenienti da vitigni composti da una o più varietà a bacca nera che concorrono alla produzione dei vini DOC.

Titolo alcolometrico minimo: 11%.

Affinamento: minimo 36 mesi per il Friuli Colli Orientali Pignolo.

Epoca migliore per il consumo: Bianchi mediamente 1-3 anni, Rosati 1, Rossi 2-4.

Altre tipologie
Secco, Amabile e Dolce: Friuli Colli Orientali Verduzzo friulano, Friuli Colli Orientali Sottozona Cialla Verduzzo friulano.
Riserva: tutti i vini Friuli Colli Orientali, con affinamento minimo di 24 mesi; per i vini della sottozona Cialla l’affinamento minimo è di 50 mesi; per i vini della sottozona Schioppettino di Prepotto l’affinamento minimo è di 46 mesi; per i vini della sottozona Refosco di Faedis l’affinamento minimo è di 38 mesi.

Sottozona CiallaResaAlcolAffinamento
BIANCO 8 12 5
RIBOLLA GIALLA 8 12 5
VERDUZZO FRIULANO - SECCO/AMABILE/DOLCE 8 12 14
ROSSO 6 12 5
REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO 6 12 38
SCHIOPPETTINO 6 12 38
       
SottozoneResaAlcolAffinamento
RIBOLLA GIALLA DI ROSAZZO 8 12 5
PIGNOLO DI ROSAZZO 8 12 48
REFOSCO DI FAEDIS 8 11 7
SCHIOPPETTINO DI PREPOTTO 7 12.5 22

Friuli Colli Orientali è una denominazione affollata da numerosissimi vitigni sia tradizionali sia internazionali. E la parola d’ordine è la grande qualità. 

La ribolla gialla è coltivata in Friuli-Venezia Giulia da sempre e condivide alcuni caratteri con il friulano, come il colore, ma ha profumi più floreali e fragranti, in particolare di limoncella, con un assaggio più fresco e delicato. Oltre che nella consueta versione ferma, negli ultimi anni la ribolla gialla sta dando ottimi risultati nella produzione di spumanti metodo Martinotti e Classico. Gradevole al momento dell’aperitivo, accompagna bene tartare di salmone, vellutata di carote e piselli, risotto con gli asparagi, crostini alle erbe aromatiche e trota alle mandorle. Una curiosità? Fino agli anni ‘50-’60, la ribolla gialla era raccolta in epoca avanzata, anche a metà ottobre, per ottenerne un vino amabile da gustare con le castagne in occasione della festività di Ognissanti.

Il verduzzo friulano regala un vino dotato di un bellissimo giallo dorato, deliziosi profumi di pesca e susina, albicocca e miele di montagna. Secco, strutturato e con una significativa nota pseudocalorica, si può abbinare con prosciutto di San Daniele con melone o fichi, gnocchi di zucca, cjalson di Timau e pane con la zucca. Le tipologie Amabile e Dolce sono più gentili e morbide, adatte a essere proposte con pasticceria secca, pâté e formaggi piuttosto stagionati.

Un altro vitigno di grande tradizione è la malvasia istriana, che dà un vino piuttosto sapido e delicatamente profumato, da proporre come aperitivo oppure, nelle versioni più strutturate ed evolute, con tagliatelle ai funghi, risotto con crostacei e asparagi, spaghetti con cozze e vongole.

Chardonnay e sauvignon si esprimono con personalità anche in queste zone e permettono l’elaborazione di vini di grande pregio, con profumi sfaccettati tra ricordi odorosi di mela, agrumi, artemisia, fiori di acacia, bosso e frutto della passione, per orientarsi verso quelli di frutta matura e secca con l’evoluzione e, dopo il passaggio in barrique, di vaniglia e altre spezie dolci. Strutturati ed eleganti, questi vini esprimono un ottimo equilibrio tra una vivida freschezza e un’ottima morbidezza, che li rende perfetti in abbinamento con crespelle agli asparagi, risotto con scampi e zucchine, con le rane o di mare della laguna maranese, capesante e spiedini di seppie e gamberi gratinati, oltre che con formaggi mediamente stagionati.

Pinot bianco e Pinot grigio mettono in evidenza una grande freschezza, anticipata da profumi raffinati di fiori bianchi, mela e albicocca, e ancora di agrumi, erbe aromatiche e fiori di campo. Questi vini si abbinano molto bene con frico con patate, risotto con le ortiche o con le rane, fettuccine al burro e salvia, trota alla mugnaia, scampi alla griglia e filetti di luccio al vino bianco. 

In un crescendo di intensità odorose, il Riesling dei Colli Orientali è davvero splendido, ricco di sentori minerali, vegetali e fruttati. E poi la grande aromaticità del Gewürztraminer, con accenti di rosa e fiori di tiglio, frutta esotica matura, mandorla e muschio. Caldo, morbido e sapido, è un vino impegnativo e in abbinamento può essere proposto con gamberi al curry, rombo in salsa agrumata e formaggi saporiti, oppure con piatti della tradizione come i blecs all’asìno, gli gnocchi di zucca e i toç in braide. 

Anche tra i vini rossi non c’è che l’imbarazzo della scelta. 

Il refosco dal peduncolo rosso dà un vino di colore rubino e profumato di marasca, mora selvatica, lampone e ribes nero, a volte con uno sfondo vegetale. Il sapore è deciso, leggermente tannico, con un finale gradevolmente amarognolo, e rende questo vino un compagno ideale per minestra di fagioli e crauti, stinco di maiale al forno, salame all’aceto, musetto con la brovada, cotechino nella cenere, verze con costine di maiale, polenta condita, lepre in salmì e uccelletti allo spiedo con la jota. 

Lo schioppettino, certamente originario della zona attorno a Prepotto, specchia le proprie caratteristiche già nel nome, che sembra derivare dal fatto che in passato, in seguito al completamento della fermentazione in bottiglia, il vino acquistasse una leggera effervescenza. Un’altra spiegazione sarebbe invece quella che gli acini di quest’uva hanno una buccia sottile e tesa, che li fa ‘scoppiettare’ in bocca quando li si mastica. 
Lo schioppettino fa parte della famiglia delle ribolle - ribolla nera o pocalza in lingua slava - e le sue origini sembrano essere proprio tra Prepotto e la Slovenia. Il colore del vino è rosso rubino con vivaci riflessi violacei, il profumo è fragrante, con ricordi di frutti di bosco, mora selvatica e pepe nero. Il sapore è pieno, intenso e quasi asprigno, perfetto con piatti tradizionali friulani a base di carni rosse, coniglio e faraona al forno, oltre che con formaggi di media stagionatura.

Il pignolo non ha avuto una storia facile, a causa della difficoltà di coltivazione e delle basse rese, che hanno fatto correre il rischio di perderlo. Nel 1939 era quasi scomparso, ma è stato salvato dalla costanza di alcuni grandi personaggi dell’enologia italiana, convinti che fosse un tesoro da conservare.
Il Pignolo è ottenuto dal vitigno omonimo – ritenuto il più grande autoctono del Friuli-Venezia Giulia – ed è un vino molto longevo. Il colore rosso rubino profondo con riflessi granato anticipa profumi di prugna, marasca e ribes, che si arricchiscono di note speziate e tostate con il passaggio in botte. Strutturato, caldo e sapido, presenta tannini composti e, secondo l’affinamento, può essere abbinato con salumi speziati, lesso misto all’udinese, carni rosse alla brace, capretto al forno e formaggi stagionati. 

Il Tazzelenghe è forse il vino meno conosciuto dell’ampio panorama di questa regione, ottenuto dall’omonimo vitigno autoctono e, come pignolo e schioppettino, è stato salvato da perdita sicura e riabilitato nel 1978. 
Il suo nome è strano, particolare, e probabilmente deriva dall’aggressività del tannino e dall’asprezza dovuta alla spiccata acidità percepite all’assaggio. 
Il colore del Tazzelenghe è rosso rubino intenso, i profumi erbacei si intrecciano con sentori di frutta rossa, e il tannino vigoroso e la freschezza irruenta richiedono un lungo affinamento in legno, per sfruttare al meglio questa grande personalità senza che il vino risulti troppo grintoso. Anche le note erbacee iniziali, a volte un po’ troppo evidenti, si stemperano nel tempo in un bouquet che si arricchisce di profumi di confetture e di cuoio, di spezie e tostature. Un vino da provare con salumi saporiti e affumicati, capriolo in salmì e arrosti bardati con pancetta. 

Merlot, cabernet sauvignon e franc danno vini con bellissimi e intensi colori rosso rubino, che mantengono vivacità e personalità per diversi anni, e solo dopo lunga evoluzione in legno – soprattutto in barrique – e in bottiglia, sfumano verso tonalità granato. In gioventù il profumo è spiccatamente erbaceo soprattutto nel Cabernet franc, più smorzato negli altri due, che esprimono sentori di amarena, lampone e mirtillo; dopo evoluzione, il bouquet si articola tra sfumature di vaniglia, spezie e liquirizia. Caldi e morbidi, sapidi e ben equilibrati, questi vini si abbinano con arista di maiale al forno, capretto allo spiedo, fagiano al forno e formaggi stagionati, oppure con piatti della tradizione come zuppa di trippe, cotechino nella cenere, verze con le costine di maiale e, se giovani, con boreto alla graisana.

A conclusione di questo lungo viaggio nei Colli Orientali, si può assaggiare il Pinot nero, che conferma i toni pacati del proprio colore, i profumi fruttati che evolvono in note speziate dopo evoluzione, buona struttura e calde sensazioni vellutate. Un vino da provare con agnello in salsa alla menta.

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