Dogliani

DOCG riconosciuta con DM 06/07/2005 –  GU 23/07/2005. Modifica con DM 04/04/2011 – GU 27/04/2011. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 12/07/2013. DM 07/03/2014.

 

Zona di produzione: comprende i comuni di Bastia Mondovì, Belvedere Langhe, Briaglia, Castellino Tanaro, Cigliè, Clavesana, Dogliani, Farigliano, Igliano, Marsaglia, Monchiero, Niella Tanaro, Piozzo, Rocca Cigliè, e parte di quelli di Carrù, Mondovì, Murazzano, Roddino, S. Michele Mondovì, Somano e Vicoforte, in provincia di Cuneo.

Per i vini Dogliani è ammessa la menzione Vigna, seguita dal toponimo.

Resa: max. 8 t/ha; 7 per il Superiore.

Vitigno: dolcetto.

Titolo alcolometrico minimo: 12%.

Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni.

Altra tipologia – Superiore, con titolo alcolometrico minimo di 13% e affinamento almeno di 12 mesi.

Il dolcetto è forse il più piemontese dei vitigni, delicato ed esigente in fatto di esposizione, precoce e amante delle forti escursioni termiche, coltivato in più di 100 comuni, compreso quello di Ormea, che fece da tramite tra il Piemonte e la Liguria e che gli regalò il nome di ormeasco. Il nome di questo vitigno lascerebbe presumere note dolci o almeno amabili nel vino, ma in realtà è dovuto al sapore gradevolmente dolce delle uve, che risalta ancora di più per il limitato contenuto in acidi.

Il dolcetto è la varietà a bacca nera più precoce tra quelle presenti in Piemonte e matura nella seconda metà di settembre, quando i suoi grappoli sono ricchi di zuccheri e sono adatti anche al consumo come uva da tavola. 

I Dolcetto sono vini in genere di pronta beva e ‘facili da capire’, che in gioventù regalano splendidi riflessi violacei e profumi fragranti, con sentori vinosi, fruttati ed erbacei. Secondo la zona, possono però evolvere in versioni più mature e strutturate, con profumi articolati e complessi. Un saggio uso della barrique può portare a intense note di vaniglia che, se eccessive, rischiano di mascherare l’originalità del vino.

L’area del Dogliani è salita alla ribalta negli ultimi anni, sotto l’aspetto sia quantitativo sia qualitativo, con un territorio di produzione abbastanza ampio. I terreni sono generalmente calcarei a banchi arenaceo-marnosi, mentre nella Langa bassa sono morenici, di natura sub-acida. Il clima è prevalentemente secco e contribuisce alla grande concentrazione di zuccheri negli acini, con una produzione di alta qualità. 

Il Dogliani presenta due anime. La prima, quella più strutturata, è frutto dei vigneti più vocati, della selezione in vigna e della maturazione in legno o in acciaio; la seconda è invece rappresentata da vini più snelli, con una breve maturazione e la ricerca di un apprezzamento immediato. In sintesi, due vini che rappresentano bene il territorio e il vitigno, pur nella loro diversa personalità.

Il Dogliani più strutturato e morbido, grazie in particolare al suo nobile tannino, si abbina perfettamente ad arrosti tartufati e carni rosse allo spiedo.

Il Dogliani dotato di discreta morbidezza e freschezza, con tannini piuttosto eleganti e una buona sapidità, è invece adatto ad accompagnare salumi, carpaccio di manzo, pollo con prezzemolo e formaggi di media stagionatura.

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