DOCG riconosciuta con DPR 01/07/1980 – GU 15/11/1980. Modifica con DM 19/05/1998 – GU 10/06/1998. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 07/03/2014.
Zona di produzione: comprende il comune di Montalcino in provincia di Siena.
Resa: max. 8 t/ha.
Vitigno: sangiovese, denominato brunello a Montalcino.
Titolo alcolometrico minimo: 12.5%.
Affinamento: minimo 50 mesi, di cui almeno 24 in botti di rovere di qualsiasi dimensione.
Epoca migliore per il consumo: mediamente 10-20 anni, ma può essere anche più lunga.
Altra tipologia - Riserva, con affinamento minimo di 62 mesi.
La storia del Brunello di Montalcino è legata alla famiglia Biondi Santi, che da poco più della metà dell’800 si è completamente dedicata alla coltivazione di un clone di sangiovese – brunello – in questa zona collinare nei pressi dell’omonima cittadina medievale, a circa 40 chilometri a sud di Siena.
Rosso rubino intenso tendente al granato – o già preziosamente granato dopo anni di affinamento – e dotato di grande consistenza, il Brunello di Montalcino svolge un bouquet meraviglioso, con sentori di sottobosco e confetture di frutta rossa, pepe nero e cannella, legno aromatico e liquirizia, con ricordi eterei. Caldo, morbido ed elegante nella componente tannica, sapido e dotato di ottima struttura, chiude con un lungo finale molto articolato.
È difficile dire per quanto tempo possa migliorare questo vino. 10, 20, 30 anni… dipende dall’annata. Ma il carattere del sangiovese riesce sempre a emergere, con la sua nota di ‘equilibrata freschezza’. E in ogni paese al mondo nel quale si degustano vini di pregio, il Brunello di Montalcino è considerato una delle punte di diamante della nostra produzione più aristocratica.
Un vino di tale carattere può esaltare grandi piatti della cucina classica a base di carni rosse con salse importanti, arrosti tartufati e cinghiale in agrodolce, lepre in salmì e importanti formaggi stagionati. Ma può anche essere assaporato da solo, come vino da conversazione.