Pantelleria

DOC riconosciuta con DPR 11/08/1971 – GU 22/09/1971. Modifica con DM 11/08/1992 –  DM 27/09/2000. DM 07/20/2011. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 28/10/2013. DM 07/03/2014.

 

Zona di produzione: comprende l’Isola di Pantelleria, in provincia di Trapani.

Resa: max. 10 t/ha.

Vitigno: zibibbo; zibibbo min. 85% per il Pantelleria Bianco. 

Nell’etichettatura del Moscato di Pantelleria e del Passito di Pantelleria il nome del vitigno deve obbligatoriamente precedere la denominazione di Pantelleria.

Epoca migliore per il consumo: mediamente 1-2 anni.

Altre tipologie
Pantelleria Zibibbo Dolce: immesso al consumo con una pressione massima di 1.7 bar.
Passito di Pantelleria: può riportare in etichetta la definizione Vino ottenuto da uve appassite al sole.
Moscato di Pantelleria e Pantelleria Moscato Liquoroso: devono essere prodotti con la fermentazione di mosto ottenuto da uve fresche.
Passito di Pantelleria: deve essere prodotto da uve sottoposte in tutto o in parte, sulla pianta o dopo la raccolta, ad appassimento al sole.
Passito di Pantelleria Liquoroso: deve essere prodotto da uve sottoposte in tutto o in parte ad appassimento naturale o in ambiente condizionato.

ViniAlcolAffinamento
PANTELLERIA BIANCO - ANCHE FRIZZANTE 11.5  
PANTELLERIA MOSCATO SPUMANTE 6+6  
PANTELLERIA MOSCATO DORATO 15.5+6  
PANTELLERIA MOSCATO LIQUOROSO 15+6  
PANTELLERIA PASSITO LIQUOROSO 15+7 3
PANTELLERIA ZIBIBBO DOLCE 10
(2/3 svolto)
 
MOSCATO DI PANTELLERIA 11+4  
PASSITO DI PANTELLERIA 14+6 8

Questo vino appartiene alla leggenda della dea Tanit che, invaghitasi di Apollo e volendone attirare l’attenzione, si finse coppiera dell’Olimpo. Qui sostituì l’ambrosia, bevanda degli dei, con il nettare proveniente da quest’isola, riuscendo a conquistare l’amore di Apollo.
Solo nel 1883 questo vino ha iniziato a essere conosciuto al di fuori dei confini dell’isola, fu premiato a Parigi nel 1900 e nel 1936 fu inserito tra i vini tipici italiani.

Sono state molte le popolazioni che hanno abitato e lasciato testimonianze in questa piccola isola di origine vulcanica ricca di pomice, con la caratteristica forma di una tartaruga. Tra i segni più suggestivi si trovano i tipici dammusi, costruzioni a pianta rettangolare con i tetti a cupola. Eredi di costruzioni funebri risalenti a circa 5000 anni fa, analoghe ai thòlos di origine greca, sono lì a confermare uno stretto legame e molte analogie con la civiltà e la viticoltura di alcune isole greche, a partire dal clima per arrivare al terreno, alle uve e ai sistemi di coltivazione.

È il profumato e aromatico zibibbo il vitigno dal quale si ottengono questi vini pregiati, ed è una sua peculiarità quella di essere coltivato all’interno di profonde buche scavate nel terreno vulcanico, in modo da assorbire la rara pioggia e l’umidità della notte, ma anche per difendersi dalla salsedine e dall’aggressione dei venti torridi provenienti dall’Africa. 

I vigneti panteschi sono allevati ad alberello molto basso ‘a paniere’, addirittura strisciante in una conca, con una densità minima di 2500 ceppi/ettaro e una bassa resa.

Per la produzione del Passito di Pantelleria, l’uva è già matura in agosto, ma è vendemmiata in settembre, quando ogni acino ha concentrato al meglio il contenuto di zucchero e altre sostanze estrattive. 
Dopo la vendemmia, i grappoli sono lasciati appassire su stuoie per un periodo di circa venti giorni, fino a quando il peso dell’uva, per effetto del caldo e del vento, si riduce al 60% rispetto a quello iniziale.

Il Passito di Pantelleria si presenta con un manto dorato con intensi toni ambrati, profumi ampi ed eterei, tra i quali emergono sentori di datteri e fichi secchi, arancia candita e miele, zagare e confettura di albicocche. Il sapore è eccezionale, intenso e persistente, con un ottimo equilibrio tra dolcezza, morbidezza e piacevole freschezza, supportate da una gradevole sapidità. Ottimo vino da conversazione, è splendido proposto con formaggi erborinati o, più tradizionalmente, con la cassata siciliana e con dolcetti speziati e al cioccolato.

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