Savuto

DOC riconosciuta con DPR 19/05/1975 – GU 03/11/1975. Modifica con DM 23/11/2011 – GU 06/12/2011. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 07/03/2014.

 

Zona di produzione: comprende i comuni di Aiello Calabro, Altilia, Amantea, Belsito, Carpanzano, Cleto, Grimaldi, Malito, Marzi, Pedivigliano, Rogliano, Santo Stefano di Rogliano, Scigliano e Serra d’Aiello o Serra Aiello, in provincia di Cosenza; Conflenti, Martirano Vecchio, Martirano Lombardo, Motta Santa Lucia, Nocera Terinese e San Mango d’Aquino, in quella di Catanzaro.

Classico Rosso e Rosato: comprende i comuni di Aiello Calabro, Altilia, Amantea, Belsito, Carpanzano, Cleto, Grimaldi, Malito, Marzi, Pedivigliano, Rogliano, Santo Stefano di Rogliano, Scigliano e Serra d’Aiello o Serra Aiello, in provincia di Cosenza. 

Epoca migliore per il consumo: Bianchi e Rosati mediamente 1 anno, Rossi 2-5.

Altra tipologia - Superiore: Rosso, con resa max. 11 t/ha, titolo alcolometrico minimo di 13.5% e affinamento almeno di 36
mesi.

Vini e vitigniResaAlcol
BIANCO
mantonico max. 40%; chardonnay max. 30%; greco bianco max. 20%;
malvasia bianca max. 10%; ammessi altri max. 45%
11 10.5
ROSSO
gaglioppo (arvino) max. 45%; aglianico max. 45%; greco nero
e/o nerello cappuccio max. 10%; ammessi altri max. 45%
11 12
ROSSO CLASSICO
stessi del Rosso
9 12
ROSATO
stessi del Rosso
11 11
ROSATO CLASSICO
stessi del Rosso
9 11

Il nome di questa denominazione deriva dal fiume Savuto, che costeggia l’Autostrada del Sole a sud di Cosenza, da Nocera Terinese a Contrada Campodorato. 

Il vino prodotto ha caratteri più ‘continentali’ rispetto alla stragrande maggioranza dei vini calabresi, che esprimono toni più ‘mediterranei’. 
La produzione è piuttosto limitata e proviene dalla parte più calda e dagli alti pendii nei dintorni di Rogliano, Marzi e Scigliano, a 600-700 metri, con pendenze che arrivano al 30%, su un’estensione di poco più di 80 ettari. 

L’allevamento della vite è ad alberello, sistema già applicato dagli antichi Bruzi nel III secolo a.C., e a spalliera, con i filari disposti in modo da scendere allineati dai monti verso il Savuto, con densità compresa tra 2500-4000 ceppi/ettaro e una resa non superiore a 1-2 chilogrammi/ceppo.

Il Savuto, chiamato Sanutum dai Latini, era un vino molto apprezzato da Plinio il Vecchio e Strabone, ma le sue sorti furono alterne, e solo dal XV secolo la sua produzione si è stabilizzata su valori discreti.

Questo vino è particolarmente eclettico e secondo il vigneto di provenienza mostra diverse potenzialità nei confronti dell’evoluzione. In genere, il Savuto offre un profumo di media intensità, con sentori di prugne e ciliegie, un gusto mediamente strutturato ed equilibrato, e si sposa bene con piatti a base di cinghiale, capretto allo spiedo o farcito e con formaggi mediamente stagionati.

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