DOCG riconosciuta con Decreto 02/08/2010 – GU 13/08/2010. Modifica con DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 07/03/2014.
Zona di produzione: comprende i comuni di Acerenza, Atella (escluse le tre isole amministrative di Macchia, Riparossa e Sant’Ilario), Banzi, Barile, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Lavello, Maschito, Melfi, Palazzo San Gervasio, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida e Venosa, in provincia di Potenza.
Per i vini Aglianico del Vulture Superiore è ammessa la menzione Vigna, seguita dal toponimo.
Resa: max. 8 t/ha.
Vitigni: aglianico del Vulture e/o aglianico.
Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni, Riserva anche 10.
| Vini | Alcol | Affinamento |
|---|---|---|
|
AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE |
13.5 | 36 |
|
AGLIANICO DEL VULTURE SUPERIORE RISERVA |
13.5 | 60 |
L’Aglianico del Vulture Superiore ha ricevuto la Denominazione di Origine Controllata e Garantita ed è la massima espressione dell’omonimo vitigno coltivato sul Vulture, vulcano spento coperto dalle vigne e dai castagni.
La zona si presenta divisa in due parti, una sul lato ripido orientale, l’altra sugli altopiani vicini a Venosa. Il terreno è a base tufacea, con silicio e potassio, e il clima è freddo, dato che si arriva fino a 600 metri sul Vulture e a 500 metri vicino a Venosa.
L’aglianico fu importato dai Greci all’epoca della fondazione di Cuma o poco più tardi, di pari passo con il sistema di allevamento ad alberello, che oggi è sostituito da quello a spalliera. Questo vitigno poderoso si esprime in vini muscolosi, dotati di intensa nota alcolica e nerbo acido che offrono un’ottima predisposizione nei confronti dell’invecchiamento.
Il colore è rosso rubino profondo con riflessi granato, il profumo è un’esplosione di ciliegie mature e confettura di prugne, petali di viola e spezie, il gusto è morbido e potente, spesso accompagnato da freschezza e gradevole tannicità, piacevole sapidità e lungo finale balsamico e con ricordi di liquirizia. Un vino perfetto con il ‘pranzo della domenica’: pasta con ragù di carne o con i fagioli di Sarconi, agnello delle Dolomiti Lucane, baccalà fritto con i peperoni di Senise, pecorino di Filiano e canestrato di Moliterno stagionati.