DOCG riconosciuta con Decreto 22/12/2010 – GU 07/01/2011. Modifica con DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 07/03/2014.
Zona di produzione: comprende i comuni di Arcade, Breda di Piave, Casale sul Sile, Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Codognè, Fontanelle, Godega di Sant’Urbano, Gorgo al Monticano, Mareno di Piave, Maserada sul Piave, Monastier, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Ponzano Veneto, Portobuffolè, Povegliano, Roncade, Salgareda, San Biagio di Callalta, San Fior, San Polo di Piave, Santa Lucia di Piave, Spresiano, Vazzola, Zenson di Piave, e in parte quelli di Carbonera, Casier, Gaiarine, Mansuè, Mogliano Veneto, Orsago, Preganziol, Silea, Villorba, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Giavera del Montello, Montebelluna, Motta di Livenza, Nervesa della Battaglia, Paese, San Vendemiano, Susegana, Trevignano, Vittorio Veneto e Volpago del Montello, in provincia di Treviso; i comuni di Fossalta di Piave, Marcon, Meolo, Noventa di Piave, Quarto d’Altino, San Donà di Piave, e in parte quelli di Venezia, Ceggia, Eraclea, Jesolo, Musile di Piave e Torre di Mosto, in quella di Venezia.
Resa: max. 12 t/ha.
Vitigni: raboso piave min. 70%; raboso veronese max. 30%, di cui altri max. 5%. Il 15-30% delle uve raboso piave e/o raboso veronese devono essere sottoposte ad appassimento.
Titolo alcolometrico minimo: 12.5%.
Affinamento: minimo 36 mesi.
Epoca migliore per il consumo: mediamente 5-8 anni.
Dai terreni calcarei, argillosi e ghiaiosi della pianura trevigiana e veneziana nasce il Piave Malanotte, che prende il nome da un piccolo borgo medievale situato a Tezze di Piave. Questa raffinata elaborazione del raboso piave – le cui uve sono sottoposte ad appassimento in misura del 15-30% – è un vino intenso e concentrato, con note speziate e balsamiche, decisamente più morbido delle versioni tradizionali ottenute dallo stesso vitigno, in genere più rustiche. Un vino da provare con la lepre in salmì.