Sinonimi: brunello, calabrese, cardisco, maglioppa, mercatale, morellino, morellino di Scansano, nerino, nielluccio in Corsica, pigniuolo rosso, pignolo, pignolo rosso, prugnolo, riminese, sangineto, sangiogheto, sangiovese dal cannello lungo di Predappio, sangiovese dolce, sangiovese gentile, sangiovese grosso, sangiovese di Lamole, sangiovese di Romagna, sangiovese premutico, sangioveto chiantigiano, sangioveto doppio, san gioveto grosso di Toscana, san zoveto e tignolo. È anche chiamato erroneamente montepulciano, moscato nero, moscato rosato, moscato rosso, uva tosca. Biotipi: sangiovese romagnolo, sangiovese toscano ad acino piccolo o forte, sangiovese toscano ad acino grosso o brunello, sangiovese del Grossetano o morellino, prugnolo gentile; i cloni riconosciuti sono un centinaio.
Cenni storici: per molto tempo si è pensato che questo vitigno fosse di sicure origini toscane, ma recenti studi sul DNA hanno confermato l’ipotesi che il sangiovese derivi da un incrocio tra il ciliegiolo e il vitigno calabrese montenuovo, probabilmente avvenuto in Campania. Le prime notizie storiche della presenza di questo vitigno si hanno nel Trattato della coltivazione delle viti, e del frutto che se ne può cavare del Soderini.
Zone di coltivazione: questo vitigno è il più diffuso in Italia, soprattutto nelle regioni centrali, distinguendosi in biotipi e cloni diversi; recentemente è coltivato anche in alcune zone meridionali.
Caratteristiche: il sangiovese toscano ad acino grosso ha foglia media, pentagonale, pentalobata, pagina superiore di colore verde chiaro, lucida, glabra, pagina inferiore verde molto chiaro; grappolo lungo, conico-piramidale, con una o due ali, tendenzialmente compatto; acino medio, ovoidale, con buccia molto pruinosa e di colore nero-violetto.
Maturazione: da fine settembre ai primi di ottobre.
Produttività : piuttosto abbondante e costante.
Vigoria: ottima.